di Alba Zolezzi
La sera in cui nacque Nina la Liguria fu flagellata da uno dei peggiori temporali di cui ho memoria. Tuoni, fulmini e acqua a catinelle e vento violento. Lei però era bellissima e lo è sempre. Kg 4,100 alla nascita, primi passi e prime parole prestissimo e un carattere meraviglioso, buona, pronta alla risata e a mille chiacchiere. Quando arrivava vicino al palazzo dove abitava la bisnonna cominciava a indicare col ditino il terrazzino al primo piano e a gridare : “nonna Bi!!” nonna Bianca cioè… E la nonna Bi diceva ai genitori : “Attenti, questa ride a tutti e parla con tutti, attenti che non ve la portino via!! “.
Nonni, zii, tutti intorno a lei in tante occasioni, pranzi e feste insieme a ridere e a PARLARE col suo buffo linguaggio di bimba piccola. E poi… Primavera del suo terzo anno di vita, gastroenteriti, qualche febbre chissà. .. Nina parlava meno ma correva e giocava ed era sempre carina e affettuosa.
Ad agosto partì con mamma e papà per l’isola d’Elba. Al suo ritorno una visita medica e una diagnosi: autismo. Ci sono tante forme di autismo. C’è chi nasce autistico e non parla, altri imparano da grandi, altri, un trenta per cento, hanno come Nina una regressione, altri hanno deficit psicomotori o sono aggressivi, alcuni hanno alterazioni genetiche, altri associano connotazioni autistiche ad un ritardo di vario genere; per questo si parla di spettro autistico.
Alla fine del secolo breve i bimbi autistici erano pochi in Italia, oggi uno ogni 77 nuovi nati, in Cina uno ogni 25 nuovi nati, dicono. Pare che c’entri molto l’inquinamento. Sia come sia Nina non parlava più. Non diceva più dende per chiedere di scendere dal seggiolone, pepè per indicare le scarpe, non diceva più neppure papà o nonna Bi.. solo acqua e mamma. E da lì iniziò il viaggio nel dolore, le visite, le cento terapie logopedistiche riabilitative e la sensazione di trovarsi in un film dell’orrore, dove la bimba che c’era stata prima era stata sostituita da una che ne aveva solo l’involucro esterno. E invece no. Nina aveva quel suo bell’odorino buono come prima e le risate che piano piano tornavano ed era bella, sempre più bella e non andava più con tutti ma con i suoi cari si e come cercava le loro coccole! Nel fondo del suo involucro esterno lei c’era ma come poterla tirare fuori? Difetto della comunicazione verbale la diagnosi e non solo. Comunicare ma come ? Lei era nella sua prigione di vetro e il mondo fuori.
Gli anni sono passati, tanti, nove. Nina adesso, dopo tante terapie, è una bella ragazzina ed è anche simpatica e ben voluta, tanto da far scrivere in un biglietto da un amichetto: ” ti ringrazio per il tuo modo di esprimere gioia ed emozioni, tutti ti vogliono bene” e dalla sua migliore amica, compagna di scuola fin dalla materna: “ti auguro con tutto il mio cuore di continuare a sorridere come sai fare tu, tu ormai sei per me un’amica fedele”. Nina pattina, gioca a palla con i compagni, va in bicicletta, scia e nuota come un pesce. Tutto tranne che parlare. Certamente ha imparato a chiamare di nuovo col loro nome le cose che le servono e le piacciono, come cioccolato o biscotti, e a dire aiuto o basta, ma non sa formulare delle frasi, non sa raccontare. Parla molto soltanto con quello sguardo che i suoi cari capiscono, anche quando fa qualche piccolo dispetto per scherzare un pò.
Nina è comunque sempre un grande amore.
Questo il nostro autismo, quello di casa nostra.
La nonna di Nina